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CHIESA DI SANTA MARIA DELLE GRAZIE

Per tutto il medio evo la città di Pozzuoli limitava la sua estensione all'interno dell'attuale Rione Terra.Con l'insediarsi del regno angioino, la cittadina inizia ad estendersi oltre la rocca con i primi edifici costruiti a ridosso del costone tufaceo e progressivamente più lontani.

L'area dove sorge la chiesa di Santa Maria delle Grazie fino al secolo XV era ancora sommersa dal mare. Verso la fine dello stesso secolo, a causa del bradisismo ascendente culminato con l'eruzione di Monte Nuovo e accompagnato da numerosi terremoti, parte della costa emerse lentamente dalle acque.

Quest'area fu presto oggetto di interventi di nuova edificazione con il consenso di re Ferdinando II il Cattolico e oltre alle abitazioni fu costruita anche una chiesa, prospiciente un ampio spazio che prenderà il nome di Piazza Maggiore di Pozzuoli.

L'edificio di culto, in un primo momento dedicato alla visita della vergine Maria ad Elisabetta, era di piccole dimensioni e costruita probabilmente per sostituire altre due del Rione terra andate distrutte. La chiesa fu elevata a parrocchia e dedicata a Santa Maria delle Grazie nel Novembre del 1624.

Nel settecento il bradisismo divenne discendente, al punto che spesso l'area si allagava e per attraversare la piazza era necessario utilizzare le barche. Gli edifici risentivano degli effetti dell'umidità e della corrosione e medesima sorte anche per la detta chiesa che, nonostante i restauri vide compromessa la propria struttura.

L'edificio di culto fu chiuso definitivamente nel 1858 dal vescovo Raffaele Purpo avendo l'acqua raggiunto l'altezza di circa un metro e quindi impraticabile. Il Municipio di Pozzuoli, in quanto proprietario dell'immobile, decise di intervenire per il recupero della struttura affidando la progettazione del restauro all'architetto Achille Catalano.

Il progettista, resosi conto delle precarie condizioni della struttura, ritenne indispensabile, contrastato da altri amministaratori, la demolizione e la costruzione di un nuovo edificio, e così si deliberò col pieno sostegno del sindaco Gennaro Punzo.

Il pavimento della chiesa fu rialzato di molto rispetto alla quota originaria al punto che l'accesso all'aula era garantito da due scalinate. Alla fine dell'ottocento per effetto del bradisismo discendente l'area dove sorge la chiesa tornò ad allagarsi rendendo invivibile la parte bassa della cittadina.

Nel 1911 il Parlamento approvò una legge apposita per la bonifica di quella parte della città di Pozzuoli che prevedeva il riempimento delle strade, la realizzazione di nuove fogne e la bonifica dei terreni e pertanto nel 1913 le opere ebbero inizio.

Due anni più tardi furono eseguiti nella chiesa, priva di scale esterne ormai interrate anch'esse, alcune opere di abbellimento compreso la realizzazione del pulpito in marmo. Nel 1923 il parroco Antonio Poerio fece realizzare nella navata destra una cappella dedicata al Sacro Cuore di Gesù.

Nel 1948 furono eseguiti da parte del parroco Michele Maddaluno degli ampliamenti e realizzate le absidi nella parte terminale delle navate, il soffitto fu decorato e completato il pulpito. Lo stesso prelato fece rivestire nel 1964 le pareti e i pilastri con lastre di marmo.

Seguirono negli anni settanta e ottanta altri interventi di restauro e consolidamento al fine di riparare i danni causati dal bradisismo e dal sisma del 1980.

Il prospetto principale caratterizzato da un alto campanile presenta decori semplici e lineari dove spicca un ampio finestrone con la vetrata istoriata raffigurante la Vergine che appare a Bernadette e lì posta nel 1958.

L'interno della chiesa, in origine era a pianta a croce, ma i successivi interventi di rifacimento e ampliamento hanno modificato sostanzialmente l'impianto che oggi si presenta conformata da tre navate ognuna chiusa in fondo, come detto, da delle absidi.

La navata centrale è coperta da una volta a botte e separata dal presbiterio da un arco trionfale ove è collocato lo stemma della città di Pozzuoli.

Le navate laterali sono coperte, invece, da volti a botte ma a sesto ribassato con piccole cupole ellissoidali. La navata a sinistra dell'ingresso ospita una serie di altari, il primo dei quali è dedicato a San Leonardo e risale al 1736 ove è collocata la statua del santo in legno variamente colorato, del secolo XIX.

Il secondo altare in marmo policromo è intitolato a San Paolo con la statua del santo realizzata nel 1951. In corrispondenza del transetto è ubicato l'altare dell'ultima cena con sovrapposta una tela raffigurante proprio il tema a cui è rivolto l'altare con Gesù e i discepoli, che risale al 1760 e attribuita al pittore puteolano Giacinto Diano .

La navata è, quindi, chiusa dalla cappella di San Biagio costruita nel 1639 con arredi sacri coevi, voluta da una Confraternita di commercianti operanti nei pressi della chiesa.

Questa fu demolita e ampliata nel 1948. La navata a destra dell'ingresso è caratterizzata da un'iscrizione che ricorda i lavori eseguiti nel 1948. La stessa è stata modificata con l'apertura di una cappella dedicata al Sacro Cuore e di uno spazio destinato a penitenzieria dove sono  collocati due  altari di cui uno intitolato a Sant'Antonio e caratterizzato da una statua del santo del 1948, l'altro dedicato all'Immacolata cou una statua del XIX secolo.

Inoltre nello stesso ambiente sono esposte due tele attribuite al pittore Nicola Malinconico che raffigurano rispettivamente le nozze di Cana, e Mosé che parla al popolo.  

In corrispondenza del transetto di fronte all'altare dell'ultima cena vi è quello offerto a San Giuseppe, sovrastato da una tela raffigurante "San Giuseppe col bambino Gesù e i santi Nicola e Giovanni battista".

L'altare maggiore è frutto delle indicazioni liturgiche stabilite dal Concilio Vaticano II e realizzato durante i lavori di restauro eseguiti negli anni 1973/1975 utilizzando parti di quello precedente.

Il nuovo altare fu consacrato nel 1975 dal vescovo Salvatore Sorrentino e conserva alcune  reliquie di  San Valentino martire. Sulla parete dell'abside è collocato un dipinto su tavola raffigurante la visita della vergine Maria ad Elisabetta, risalente al XVI secolo e proveniente dal precedente edificio ecclesiale.

Oltre alle tante iscrizioni presenti a ricordo di momenti salienti della storia dell'edificio e possibile ammirare all'inizio della navata a destra dell'ingresso un altare dedicato alla SS. Addolorata con una statua in legno della Madonna del XIX secolo e, nella sacrestia è collocato un dipinto raffigurante il martirio di Santa Caterina d'Alessandria che risale al XVIII - XIX secolo, anch'esso corredo dell'antico edificio liturgico.

I pennacchi della cupola centrale furono decorati nel 1948 con dipinti ad olio dal pittore puteolano Leon Giuseppe Buono. Sulla parete esterna dell'abside della chiesa prospiciente il porto sono state apposte delle iscrizioni che ricordano la visita di Giovanni Paolo II a Pozzuoli e un'altra commemorativa dell'approdo di Paolo di Tarso che prima aveva un'altra collocazione.

 

 

IL MISTERO DEL TEMPIO CIMMERO

Le acque flegree, il termalismo, l'Averno, la Sibilla Cumana e il c.d. tempio di Apollo immaginato.

"Per fare chiarezza sul mitico antro, sull'ubicazione del detto tempio e forse svelare aspetti ignoti sulla figura della Sibilla Cumana".

 

 

 

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